Autore: Alberto Lapidari

Edizioni Solfaneli

Pagg. 160 - Prezzo € 10,00

 
 

 

IL PROCESSO
ALL'ORDINE DEI TEMPLARI

I Cavalieri del Tempio: l’Ordine cavalleresco più noto della storia è un evergreen della letteratura d’ogni genere. La sua storia affascinante culminata con una fine tragica costituisce ancora un richiamo per i lettori più diversi.
Quest’opera si discosta dalla corrente più in voga, quella fantastica e filo-esoterica, per dedicarsi alla raccolta delle fonti principali ed alla narrazione degli eventi del fatidico processo che portò all’estinzione dell’Ordine.
Un processo arbitrario, giuridicamente non convenzionale, ma incredibilmente efficace nella sua drammaticità. Tanto efficace da ridurre in cenere una delle maggiori istituzioni del tempo, e da generare echi di indignazione ancora udibilissimi ai giorni nostri.

I Templari. La memoria dell’ordine religioso più controverso della storia della cristianità sta vivendo negli ultimi decenni un periodo di stupefacente vitalità e di rinnovato interesse. Vittima della persecuzione accanita della storiografia illuministica, quella stessa che etichettava senza mezzi termini mille anni di storia medievale come “evo oscuro”, la storia del Tempio si era presto trasformata in “leggenda nera”, per nulla dissimile da quella altrettanto falsata dell’Inquisizione.
L’auspicato procedimento di revisione è giunto a fine Ottocento, grazie a storici di altissimo livello i cui sforzi, questi davvero illuminati e volti allo studio esclusivo delle fonti, hanno riportato alla luce la verità sul celebre ordine militare e sulle vicende processuali che ne decretarono la soppressione.
Il processo all’Ordine dei cavalieri Templari, è ormai assodato, fu istruito per volontà della corona francese che agiva per scopi puramente politici e senza il minimo fondamento probatorio. Filippo il Bello, sovrano capetingio che portava sulle spalle l’eredità teocratica del nonno Luigi il Santo, era riuscito nell’intento di mobilitare l’opinione pubblica contro il potente ordine, facendo uso di un’efficientissima propaganda antitemplare e mettendo il papa stesso in minoranza grazie a un sottile e tagliente gioco politico.
La giurisdizione pontificia fu agilmente scavalcata dagli agenti del governo, mentre si mobilitava un organismo giudicante assolutamente non convenzionale: l’Inquisizione regia.
Questo studio non ha come fine primario la dimostrazione dell’estraneità dell’Ordine alle accuse che ad esso furono mosse; certamente propendiamo, concordando con la maggioranza degli studiosi moderni, per la tesi innocentista come traspare chiaramente dalla trattazione. Ciò che invece abbiamo eletto a scopo principale della nostra ricerca è la composizione di una cronaca il più possibile dettagliata e imparziale delle vicende che videro l’Ordine dei Templari imputato in un processo per eresia.
Inizieremo con una presentazione panoramica dell’istituzione templare, della sua Regola, delle gerarchie e della sua missione ecclesiastica, procedendo poi alla più analitica trattazione delle fasi del processo. La nostra ricerca si è fondata principalmente sul rinvenimento e l’esame delle fonti primarie — notevolmente disperse — ed in specie della monumentale raccolta dei verbali della commissione pontificia, investita del giudizio dell’Ordine nel suo complesso. Si è poi optato per una narrazione il più possibile scorrevole, sperando di poter rendere interessante questa cronaca non soltanto agli specialisti, cui è naturalmente diretta, ma anche ad un pubblico di appassionati desiderosi di approfondire l’argomento.
Abbiamo infine riportato numerose trascrizioni originali: lettere, opuscoli, bolle pontificie e soprattutto deposizioni che accompagnano la trattazione storica e giuridica in modo da renderla più completa e forse più vivace, pur rispettandone sempre la serietà scientifica.
La drammatica storia del processo al più nobile degli ordini religiosi, l’Ordine dei cavalieri Templari, inizia nel 1307, ma è alla data della fondazione che dobbiamo risalire per conoscere appieno questa straordinaria istituzione: vent’anni dopo la presa di Gerusalemme, corre l’anno 1119.

Alberto Lapidari

 

 

 

 

 
 

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