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Autore: Roberto Balìa Edizioni PTM Pagg. 302 - Prezzo € 19,50 |
Canis Gherradoris
L'arcano, tra mito e storia
Questo libro, frutto di una paziente ricerca, contiene
fonti e documenti inediti.
L'autore racconta una storia dimenticata... quella degli atavici cani di Sardegna - per dirla con le parole del poeta Sebastiano Satta, di quel buon sangue antico, che gli atroci padri aizzarono contro i legionari (romani, nella seconda metà del I millennio a.C.) - che contribuirono alla cacciata dei rivoluzionari francesi nel 1793 e furono arruolati, agli inizi del secolo scorso, dall'esercito italiano per combattere contro l'impero Ottomano. Con un percorso a ritroso nel tempo vengono utilizzati testimonianze, documenti e reperti archeologici. La loro storia è sconosciuta agli stessi Sardi. Alla ricerca del mitico molosso nuragico con le più raffinate tecniche di biotecnologia. L’Università di Sassari sta cercando di mettere in relazione il mastino Fonnese con i cani del periodo dei nuraghi. Per riuscirci, la facoltà di Veterinaria sta conducendo uno studio sui reperti rinvenuti in diversi siti archeologici, comparandoli con il DNA prelevato dai cani sardi di adesso. Se il Fonnese e il Dogo Sardesco (quest’ultimo raro animale nelle mani di pochissimi fortunati) discendessero dai cani del tempo dei nuraghi (1800-600 c.a. avanti Cristo), saremmo in presenza di una scoperta dall’eccezionale valore scientifico. Si dimostrerebbe, infatti, che il cane sardo è tra le più antiche razze del mondo e a quel punto sarebbe imperativo per la Regione Sardegna avviare le procedure per tutelare il Mastino Fonnese e il Dogo Sardesco.
Roberto Balìa, autore
del bel libro “Canis Gherradoris”, ispettore del Corpo forestale della Regione,
archeologo dilettante, cinofilo autentico, scrittore e appassionato di tutto ciò
che affonda le radici nella notte dei tempi, è convinto che il percorso iniziato
da alcuni anni porterà ad individuare il molosso nuragico. La teoria del cane
sardo preistorico è sviluppata e documentata nel libro di Balìa, che rappresenta
il più completo studio sulle razze sarde del passato e del presente. Utilizzando
reperti archeologici, studiando documenti, fotografie e sentendo testimonianze,
Roberto Balìa ha ricostruito la genesi e lo sviluppo dei cani sardi e il loro
impiego in guerra, o come cani da lavoro, addetti alla difesa del bestiame e
della proprietà. Il libro è corredato da numerose immagini che permettono di
andare a ritroso nel tempo e di ammirare i doghi di adesso, incorruttibili
guardiani di grande temperamento ma più equilibrati dei fonnesi, considerati
aggressivi se non feroci. La Soprintendenza di Cagliari vuole coinvolgere Balìa per utilizzare i doghi sardeschi di sua proprietà per un’altra indagine basata sui test genetici. Inoltre, Balìa è in contatto con Flavio Bruno, uno dei protagonisti della riscoperta del Cane Corso, che, nel suo centro Il Contado del Molise a Santa Croce di Magliano, paesino dove il tempo sembra essersi fermato, vorrebbe ospitare i doghi sardeschi per avviarne la selezione seguendo rigorosi criteri di purezza della razza. E già i due cinofili parlano di un tentativo disperato per recuperare il Levriero Sardo e il segugio di Carloforte, ormai quasi estinti. Ivan Paone Fonte: Il contado del Molise |
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