di
Ugo Cortesi
Per non allarmare nessuno o
scandalizzare i credenti, premetto che Marx e Lenin nulla hanno a che
fare con Yeshua (Yehoshuah) ben Joseph, da tutti conosciuto come Gesù.
Premetto pure che, essendo fermamente laico, rispetto tutte quelle
religioni che operano per il bene dell'umanità intera e che quindi le
mie ricerche sono scevre da qualsivoglia preconcetto verso
chicchessia, ma fortemente animate dalla ricerca di verità.
Il ritrovamento dei manoscritti di Qumrân, più conosciuti come
"i rotoli del Mar Morto" (scoperti nel 1947), ha dato
conferma a quanto asserito da ormai lungo tempo dagli studiosi della
vita di Gesù e da quanto rivelarono i Templari, nel periodo che va
dal 1115 al 1120, ai papi Pasquale II, Gelasio II e Callisto II, nonché
a Bernardo di Chiaravalle. Callisto II trovò lo
"strumento" per tramandare ai papi successivi quanto gli era
stato rivelato dai Templari. Sta di fatto che i Templari
trovarono un qualcosa (ed è ciò che sembra debba essere rivelato
ufficialmente dal successore di Voityla) che documentava che INRI non
vuol dire "Iesus Nazarenus Rex Iudeorum", ma "Iesus
Nazoreus..".Non si tratta certo di un qualcosa che stravolge il
mondo e la religione.
L'iscrizione INRI con la N rovesciata (?) appare, non solo a Rennes le
Château, ma in altre chiese d'origine templare. La N rovesciata sta,
infatti, ad indicare che il termine ufficiale della N (Nazarenus),
dato dalla chiesa, è sbagliato. Infatti, la N rovesciata sta ad
indicare che il termine reale è "Nazoreus".
Nel "Nazoreo" il templarismo (da non confondere con i
crociati) ed il neotemplarismo riconoscono Gesù quale Maestro
Perfetto, primo fra i giusti, portatore di solidarietà e speranza,
ostile alle prevaricazioni dell'uomo sull'uomo, profeta, ma non Dio.
La storia in breve. Non c'è alcun dubbio che Gesù è stato un
ebreo esseno, come del resto lo era la massima parte degli ebrei a
quel tempo. Gli Esseni erano una comunità religiosa che,
diversi ricercatori, fanno derivare da una delle dodici tribù
d'Israele, forse da quella dei discendenti di Beniamino, tramite Saul
e David. E infatti Giuseppe, padre di Gesù, era discendente della
famiglia di David. Alcuni storici antichi, fra i quali anche
Solanius, li definiscono "una razza particolare, più
interessante di tante altre" e li considerano "i più
antichi iniziati che ricevono il loro insegnamento dall'Asia
centrale". Gli Esseni erano appunto coloro che hanno
scritto i rotoli del Mar Morto. I rotoli rappresentano non
solamente un atto religioso e quindi un documento di fede, ma una vera
e propria ricchezza storica di comportamento e di cronaca.
Questi documenti sono databili in un tempo che va dal IV secolo a.C.
fino ad un periodo che può stabilirsi fra il 70 ed il 132 d.C.
Gli Esseni si attenevano a due Regole principali, La Regola della
Comunità e la Regola della Guerra, i cui testi, quasi integrali, si
trovano fra i rotoli di Qumrân, e sono già stati, in gran parte,
tradotti e pubblicati. Da ciò deriva che gli Esseni, che erano
portatori del verbo del Signore, di Abramo e di Mosè, non erano poi
così propensi a porgere l'altra guancia, sebbene in maggioranza
fossero religiosamente miti e politicamente moderati. Facevano
parte di una frangia degli esseni, gli zeloti, ossia gli zelanti della
legge sia divina che umana. Addirittura lo storico romano
Giuseppe Flavio, enumerando le correnti del periodo ebraico, mette gli
Zeloti al quarto posto dopo i Sadducei, i Farisei e gli stessi Esseni,
di cui appunto gli Zeloti erano una derivazione e che quindi pure loro
seguivano le regole della Comunità e della Guerra. Come
riferisce lo storico e studioso C. Roth, gli Zeloti costituivano un
partito di gelosi e feroci custodi della legge e dell'indipendenza
politica degli Ebrei. Gli zeloti erano apertamente antagonisti
dei romani e non avrebbero mai accettato la pace con gli stessi, poiché
li ritenevano usurpatori del loro territorio e del loro popolo.
A loro interno, gli Zeloti, avevano una frangia estremista, quella dei
Nazorei o Nazirei (da Nazor il Maestro di Giustizia) che si
rifiutavano di pagare le tasse ai romani, manifestando il diritto di
uccidere chiunque, non ebreo, oltrepassasse i limiti dei cortili del
Tempio.
I manoscritti di Qumrân sono la trascrizione di ciò che veniva
tramandato oralmente da secoli e che fino ad allora rappresentava un
uso e consuetudine circa problemi che riguardavano la vita sociale e
comunitaria ed un "dogma" per quanto atteneva alla vita
religiosa.
Molto importante è la datazione dei vari documenti, poiché fino al
31 a.C. le sole tribù essene (esseni, zeloti e nazorei) hanno abitato
Qumrân . Dopo il terremoto del 31 a.C., abbandonarono la città.
Solo nel 4 - 6 d.C. ci fu un ritorno a Qumrân degli zeloti in massima
parte ed in minima parte d'esseni e nazorei. Questi vi rimasero
fino al 73 d.C. per poi abbandonare definitivamente la città, che
continuò ad essere abitata da piccoli nuclei famigliari fino a circa
il 300 d.C. Nel periodo di splendore il Maestro di Giustizia era
lo zelota-nazoreo Menahem, figlio di Giuda il Galileo. Diciamo
quindi che la comunità Qumranica, quindi quella de comunismo nazoreo
termina nel III secolo d.C. Comunismo perché si atteneva
fermamente alla Regola della Comunità, basata prima di tutto su
principi e valori che ponevano la comunità stessa in primo piano.
Tornando alla datazione dei testi principali, rileviamo che sono stati
scritti nel periodo di massima attività zelota-nazorea vale a dire
nel periodo di datazione del Nuovo testamento.
La Regola della Comunità fu scritta in un periodo che va dal 46 al 50
d.C., mentre la Regola della Guerra verso l'85. Cito solamente
questi due documenti che ritengo i più importanti, all'interno dei
quali è indicato, nella narrativa trascorsa, Gesù quale Maestro di
Giustizia e Paolo quale Sacerdote Empio. Per capire bene le due
figure, il Maestro di Giustizia era colui che presiedeva alla vita
politica della comunità, faceva sì che le regole e gli usi fossero
seguiti da tutti, era responsabile delle attività umane, decideva il
da farsi, era giudice e comminava le pene. Per la sua
"attività" si atteneva alle decisioni del Consiglio poiché
le facoltà personali erano molto limitate. Il Sacerdote Empio,
invece, presiedeva alla vita religiosa della comunità, faceva
proposte, ma non aveva facoltà di intervenire nelle attività
sociali. Quindi fra Paolo e Gesù, il più "mite" era
il primo.
Alcuni hanno ritenuto, forse per questioni di parte e religiose, di
attribuire i testi al cristianesimo-primitivo, ma diversi studiosi,
fra i quali Margoliout e Fitzmyer ritengono i testi, anche quelli
scritti successivamente (come il Documento di Damasco) d'origine
zelota, nazorea ed ebionita, almeno fino al 300 d.C. quando la maggior
parte dei seguaci di questi gruppi, divenuti ex-ebraici, confluisce in
quel movimento più propriamente chiamato cristianesimo che, secondo
me, inizia da Papa Alessandro I (105-115), da non confondersi quindi
con il citato cristianesimo-primitivo anche detto cristianesimo delle
origini che data appunto il primo secolo.
Questo preambolo sulla letteratura qumranica serve per individuare il
contesto storico cui si riferiscono i testi, periodo che copre
completamente la vita di Gesù che può essere datata, secondo
l'attuale calendario, dal 2-3 d.C. fino al 34-35. La vita di Gesù
è di circa 32-33 anni e cioè 2-3 anni dopo il periodo di pieno
sacerdozio voluto dalle Regole.
Parlando della comunità esseno-zelota, del proprio spirito più che
sociale e nello stesso tempo di severità, rivolta al lavoro (la prima
forma di vero "laburismo" popolare, lungi dalle mille
contraddizioni dell'attuale laburismo politico e sindacale), sono
essenziali almeno 5 citazioni di Filone, storico, filosofo e scrittore
vissuto in quel periodo, morto circa nel 45 d.C. Nella sua
importante opera "Quod omniis probus sit liber", Filone cita
testualmente:
A) ... Tra loro, alcuni lavorano la terra, altri esercitano mestieri
diversi che cooperano alla pace rendendosi utili a se stessi e al loro
prossimo. Non accumulano argento e oro, né si appropriano di vaste
tenute con il desiderio di trarne vantaggi, ma semplicemente per
procurarsi il fabbisogno essenziale per la vita. [par.76]
B) Mentre in tutta l'umanità sono pressoché gli unici a vivere senza
beni e senza possedimenti, per la libera elezione e non per un
rovescio di fortuna, si giudicano straordinariamente ricchi, giacché
ritengono che la frugalità con la gioia sia, come in realtà è, un
sovrabbondante benessere. [par.77]
C) Fra di loro non v'è neppure uno schiavo: tutti sono liberi e si
aiutano l'un l'altro. Non solo condannano i padroni come
ingiusti in quanto ledono l'uguaglianza, ma anche come empi poiché
violano la legge naturale che ha generato e nutrito tutti gli uomini
allo stesso modo, come una madre, facendone veramente dei fratelli,
non di nome, ma in realtà.. [par.79]
D) A proposito della filosofia, essi lasciano anzi tutto la logica ai
giocolieri di parole, dato che è inutile per l'acquisizione della
virtù, la fisica ai visionari ciarlatani, dato che supera le capacità
dell'umana natura, salvo però quanto essa insegna sulla essenza
divina e sulla natura dell'universo... [par.80]
E) Imparano la pietà, la santità, la giustizia, le virtù domestiche
e le civiche, la conoscenza di ciò che è veramente bene o male o
indifferente, la scelta di ciò che si deve fare e di ciò che si deve
evitare. In questo si servono di queste tre norme basilari: l'amore di
Dio, l'amore della virtù, l'amore degli uomini. [par.83]
Sarebbero molto interessanti tante altre citazioni di questo
"cronista", ma anche solamente queste sono sufficienti per
fare un quadro del momento e del contesto socio-ambientale in cui
viveva Gesù. Contesto ambientale che può essere definito
"comunista".
Sarebbe però riduttivo soffermarsi solamente su queste, anche perché
molti detrattori della storia umana, potrebbero fare il solito
discorso dicendo che si tratta dell'affermazione di una sola persona.
Per questo voglio citare un altro "cronista" dell'epoca,
forse il più famoso se non altro per la documentazione tramandataci,
per la sua onestà intellettuale ed imparzialità che ha dimostrato
anche rispetto a fatti ed avvenimenti, non solo criticabili, ma pure
da lui non condivisi. Si tratta di Giuseppe Flavio, morto verso il 90
d.C. Scrive infatti Flavio:
"..Gli Esseni in particolare hanno fama di praticare la santità.
Ebrei di nascita, sono più degli altri legati da mutuo affetto.
... Respingono i piaceri come un male, mentre guardano come virtù la
temperanza e il non cedere alle passioni. .Dispregiatori della
ricchezza, presso di loro è ammirevole la vita comunitaria: invano si
cercherebbe tra di loro qualcuno che possegga più degli altri. . .
fra di loro non comprano né vendono alcunché, bensì ciascuno cede
il suo a chi ne ha bisogno. Sono equi dispensatori
dell'ira, moderatori delle passioni, patroni della fedeltà, promotori
della pace."
Prestiamo poi molta attenzione a questa citazione sempre di
G.Flavio: ".. Quando compiono viaggi non portano con sé
assolutamente nulla, sono però armati a motivo dei briganti...".
Ritengo questo sufficiente per aver un quadro preciso di chi era Gesù
e la sua la gente, ma se qualcuno volesse aver maggiori conferme
potrebbe anche leggersi le opere di Plinio il Vecchio,
di Solino e di Eusebio di Cesarea.
Ciò a dimostrazione della società comunista esseno-nazorea tornata
alla ribalta con i ritrovamenti di Qumrân, già
"individuata" dai Templari che, forse per questa ragione,
fra le altre cose, furono perseguitati e annientati dagli allora
poteri temporali religiosi e politici (ma questo è un altro
argomento).
Come era rito templare terminare i lavori di magione, invito tutti,
senza timore alcuno, ad uscire in pace a riveder le stelle.
Autore:
Ugo Cortesi
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