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COSA DIREBBE GIORDANO BRUNO DEGLI UFO?
di Antonio Bruno
Cito due siti per una visione più ampia dei vari punti di vista sul filosofo nolano pur non trovandomi d'accordo con gli estensori, i quali pretendono che la Chiesa sia in qualche modo giustificabile per quello che è stato inflitto al Bruno.

"Giordano Bruno era un monaco domenicano dichiaratamente eretico. Gettò il suo accusatore nel Tevere e fuggì dall'Italia. Più che un filosofo era un mago, e si inimicò tutti i posti nei quali andò peregrinando. Fu scomunicato perfino dai protestanti. Si rifugiò in Inghilterra, dove venne accolto da Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Lui, in cambio, le denunciava i cattolici (la persecuzione anglicana nei confronti dei cattolici inglesi fece più di settantamila vittime). Ma dovette fuggire anche da lì. Se ne andò a Venezia, la quale, per dispetto al Papa proteggeva gli eretici. Qui si installò in casa del nobile Mocenigo; questi lo manteneva in cambio della promessa di imparare la millantata 'arte della memoria' che Bruno sosteneva di possedere Quando il Mocenigo trovò Bruno a letto con sua moglie lo denunciò alle autorità, le quali furono ben felici di sbarazzarsene consegnandolo all'Inquisizione romana."
(da: www.augustea.it/dgabriele/italiano/s_bruno.htm
e utenti.tripod.it/armeria/fregatidallascuola.htm).

Non è per il cognome uguale, né per l'origine "genetico geografica" dei miei antenati che parlo ancora una volta di quest'uomo il cui fascino sento profondamente da sempre. Inquieto, ribelle, insofferente ed irrisorio dell'autorità costituita, geniale, confuso... umano. Nel bene e nel male.
Quel suo farsi nemico di tutti mi sembra l'ineluttabile destino di chi ha sfiorato la verità, di chi, forse, ha ardito dischiudere la porta di quell'"ignoto", ancora negato ai più, con la forza del proprio intelletto.
Lui, filosofo, pensatore, "mago", a modo suo scienziato e ben poco religioso, non esitò a gettare in un fiume un accusatore che presumo meschino e grezzo. Ancor meno scrupoli si faceva ad andare a letto con nobili dame, mogli altrui e donne di strada. Sfidava dottori e rettori, autorità ecclesiastiche e scientifiche e tutto per l'unica cosa che, probabilmente, davvero amava: la libertà di pensiero. Le donne l'amarono molto di più degli uomini, ne subirono l'inquietante fascino. Ed è naturale: la donna, da sempre, sa riconoscere per sua innata virtù intuitiva quando un uomo merita la sua ammirazione ed il suo corpo. Così, Bruno s'inimicò pure mariti ed amanti, anfitrioni e papponi.
Intanto, fra un'alcova e l'altra, fra un'espulsione e sprazzi di effimera notorietà nelle più importanti corti di Europa, Giordano pensava ai suoi infiniti universo e mondi (De l'infinito, universo et mundi), all'ineffabile inizio di tutte le cose (De la causa, principio e uno), o... a qualche imbecille fra i tanti che cercarono di contrastarne il pensiero (Idiota triumphans).

Scrive Fulvia Cariglia in "Il Giornale dei Misteri", n. 344 del giugno 2000:

Giordano Bruno è ricordato maggiormente per il "torto" che subì piuttosto che per l'eccelso pensiero filosofico che aveva concepito. Questa forse è l'ingiustizia più grande! Lui che ascoltando l'atroce verdetto, sfinito dalle sevizie e da otto anni di dura detenzione, si rivolse ai suoi accusatori con la memorabile frase: "Forse voi giudici pronunciate la sentenza contro di me con più paura di quanto io ne abbia nell'ascoltarla".
Lui che aveva osato rivoluzionare la cosmologia del suo tempo proponendo un concetto di universo infinito che avrebbe spianato la strada alla scienza moderna.

Cosa avrebbe pensato e dichiarato oggi, Giordano Bruno, a proposito dei cosiddetti "UFO"? Io suppongo che non si sarebbe minimamente preoccupato se essi possano o meno rappresentare veicoli di altri mondi, vascelli spaziali di abitatori di qualche pianeta sconosciuto o se altro non siano che trucchi ed astuzie di furbastri ed esaltati. Egli era comunque certo che, UFO o meno, la nostra realtà fisica e materiale non è altro che l'espressione di una così piccola parte del conoscibile che, di fronte alle "strane luci" nel cielo, sarebbe rimasto solo, al limite, affascinato ed euforico. Vedo lo spirito di Giordano in molti ricercatori, scienziati e studiosi moderni messi puntualmente sul rogo del dileggio e dell'esilio dalla comunità del sapere ufficiale solo perché dichiaratisi convinti di una concezione di "Tutto Universale" che contempla come possibili anche fenomeni ed eventi che i cattedratici e gli inquisitori moderni del sapere considerano semplicemente balzani.
È l'anima della sfida, nascente dalla certezza che c'è "altro", e c'è "di più" da sapere anche contro ciò che ci sembra più improbabile, che si perpetra di Giordano Bruno nel tempo odierno e, ne sono certo, anche in quello a venire. Di sfide come la sua ce ne sarà sempre bisogno; forse sono il prezzo del progresso, un percorso che richiede le sue vittime, i suoi sacrifici rituali... Per questo possiamo perdonare a Bruno anche le sue manifestazioni di ordinaria "umanità".

"Il Bruno da parte sua fu, pur tra arrendevolezze e rifiuti, dogmatico e intransigente quanto i suoi accusatori, estroso e a volte sprezzante, litigioso e volgare.", leggiamo sui riferimenti Internet citati all'inizio.

E, poco dopo, si afferma:

"Il processo fu condotto in stretta legalità, senza acredine, ma nei modi rispondenti agli usi dei tempi."

Sarà. Ma resta il fatto che, mentre scienziati e prelati di quei tempi credevano in un universo aristotelico e Galileo non ebbe il fegato di Bruno fino al punto di immolarsi per le sue idee, oggi sappiamo che l'Universo è infinito e, molto probabilmente popolato da tanta vita ed intelligenza. Ci sentiamo piccoli e grandi al tempo stesso, proprio come avrebbe voluto il filosofo di Nola.
Credo che arriveranno presto anche i tempi in cui molte altre concezioni di cui Bruno si fece portatore, attirandosi l'epiteto di "mago" senza che nemmeno si capisse cosa veramente volesse dire quella parola, verranno raggiunte e conquistate, anche se faticosamente, dal sapere umano.
Quel lontano rogo, allora, diventerà ancora di più il simbolo delle fiammate della conoscenza che scaturiscono dalle ceneri dei periodi di oscurantismo o di finto benessere pagato al carissimo prezzo della supina accettazione di menzogne meschine.

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